Giappone

Un vibrante caleidoscopio di emozioni e di bellezza

di Laura Raffaele

 

Un Paese pieno di gente, di luci, di odori, di vita. Un luogo nel quale tradizioni millenarie convivono con la modernità e le più avanzate tecnologie. Questo è il Giappone: terra straordinaria, spiazzante, per certi aspetti mistica, dominata da una logica così distante da quella occidentale. A primo impatto si avverte un forte contrasto tra i fiumi di gente che scorrono lungo le strade e l’ordine, la compostezza, il paradossale silenzio. In un contesto del genere, infatti, dovremmo sentirci frastornati dal caos delle voci che si alzano al cielo; e invece, meravigliati, scopriamo che il Giappone è un posto dove le luci, gli odori, i colori sono più rumorosi delle persone. Subito dopo siamo avvolti da un’atmosfera di discrezione che si trasforma in una delicata gentilezza, in tutto simile al fiore di ciliegio, che è insieme espressione della perfetta bellezza e della sua composta fragilità.

Proprio così è la regione del Kansai, che ospiterà ad Osaka l’attesissimo Expo 2025, trasformandosi per sei mesi in una vetrina che promette di attrarre 28 milioni di visitatori da ogni parte del mondo. Un evento globale durante il quale i Paesi partecipanti presenteranno al mondo il meglio delle loro idee, progetti, modelli esemplari e innovativi nel campo delle infrastrutture materiali e immateriali sui temi dell’Esposizione Universale. Il nostro viaggio non può dunque che partire da qui, da Osaka. La città, come spaccata a metà tra l’urbana normalità del giorno e la follia psichedelica della notte, tra la diurna modernità tutta grattacieli e la notturna atmosfera retrò anni Ottanta. Se di mattina vale la pena girare per le strade alla ricerca di santuari e templi, oasi spirituali in una modernità dirompente, di sera è possibile perdersi nel delirante turbinio di due famosissimi quartieri, dominati da colori sgargianti e odori ammalianti, Dotombori e Shinsekai, luoghi dedicati allo streetfood e all’intrattenimento, collocati in uno scenario in stile ritorno al futuro. Da non perdere, soprattutto, la visita alla torre di Tsutenkaku – dal sapore retrofuturistico anni Ottanta – monumento simbolo di Shinsekai, dalla cui cima è possibile godere di una piacevole vista della città e al cui interno non mancano elementi di intrattenimento. Nel pieno centro cittadino (Chuo-ku), invece, è possibile visitare il famoso castello di Osaka (Osaka-jo) che sorge all’interno di un parco, oasi verde tra gli edifici: questo luogo non solo è bello da visitare, ma nel periodo primaverile offre anche l’imperdibile spettacolo della fioritura dei sakura, i famosi fiori di ciliegio.

Lo stesso meraviglioso spettacolo si può ammirare anche quando ci si immerge nella tranquillità dei giardini del palazzo imperiale di Kyoto (Sento Gosho). Ci spostiamo, dunque, nell’antica capitale, memoria storica e religiosa del Giappone, dove ogni cosa, anche l’aria che si respira, sembra pervasa da un senso di solennità, di cura, di sacralità e di profondità storica. A Kyoto la vita fluisce tranquilla, lontana dai ritmi frenetici delle altre città, vuoi per la presenza diffusa di santuari, o per lo spirito longevo del luogo, o per il fascino della tradizione. Tra i posti più rappresentativi della città c’è Gion, famoso soprattutto per il quartiere delle Geisha, simbolo del forte legame che questa popolazione conserva con la tradizione: per le sue strade, tra edifici costruiti in legno, case da tè, ristoranti e negozi di artigianato, è ancora possibile imbattersi nella grazia e delicatezza di alcune Geisha che vivono là. Se poi si vuole esplorare la dimensione spirituale, alcuni posti imperdibili sono il tempio di Kiyomitsu-dera, che offre anche una splendida vista sulla città, il Kinkakuji (il tempio d’oro), ma soprattutto il Fushimi-Inari, un santuario che, collocato appunto sul monte Inari, offre un affascinante percorso di purificazione, immerso nella natura, attraverso suggestivi sentieri di montagna. Dove, però, il paesaggio urbano cede il maggiormente il passo alla natura . Nara, antichissima capitale del Giappone, prima che lo diventasse Kyoto. Il suo grande parco ospita templi buddisti e santuari shinto, come il tempio Todai-ji, al cui interno possiamo ammirare una statua di Buddha alta 15 metri, ed il santuario Kasua-Taisha: strutture così diverse tra loro per lo stile e per le energie che trasmettono, ma complementari, come lo yin e lo yang.

 

Dalla loro unione nasce una grande armonia, che pervade ogni angolo, ogni essere vivente, persino i cervi che passeggiano placidamente per i sentieri, per nulla intimoriti dalla presenza dei turisti. Questa armonia, poi, raggiunge l’apice nel periodo compreso tra l’ultima settimana di marzo e le prime di aprile: il periodo perfetto per l’hanami, l’atto di ammirare i fiori di ciliegio, che cadono mostrando, in un’aerea danza, la loro perfetta bellezza e fragilità, divenute nel tempo simbolo della consapevolezza della caducità della vita. I sakura, fiori così fragili che un soffio di vento li fa cadere, ci insegnano la bellezza che si cela nella delicatezza e nella gentilezza dei gesti, il valore del presente, della vita, come della morte. Quale luogo e quale tempo migliore per riscoprire sé stessi in armonia con l’universo, per lasciarsi alle spalle il tempo della storia e immergersi nel proprio tempo interiore, un tempo che vive di istanti, che assapora l’hic et nunc? “Tra gli uomini il samurai, tra i fiori il ciliegio”.