Intervista a Natalie Portman

Il segreto del tempo in “Fountain of Youth – L’eterna giovinezza”

di Sonia Serafini

 

Nel nuovo film di Apple TV+ firmato Guy Ritchie, “Fountain of Youth – L’eterna giovinezza” Natalie Portman veste i panni di una mamma che scava dentro i legami familiari, le cicatrici della memoria e il desiderio infantile di riscoprire il mondo. Tra le piramidi egiziane e i ricordi sepolti, il mito della giovinezza diventa una questione familiare. “Charlotte Perdue è una gallerista, vive in modo controllato. Ma sotto quella superficie ordinata, c’è un passato irrisolto. E un fratello che arriva a scombinare tutto”.

 

Charlotte e Luke – interpretato da John Krasinski – sono i figli di un leggendario cacciatore di tesori. Uno ha seguito le orme paterne, l’altra ha cercato di dimenticarle. Ma quando Luke la recluta per un’ultima spedizione alla ricerca della leggendaria fonte della giovinezza, ogni certezza vacilla. Un film che parla di ferite invisibili, di infanzia, di lutto, di ciò che resta quando i genitori scompaiono e i fratelli si ritrovano a ricostruire sé stessi a partire dagli stessi frammenti.

 

 

Fratelli, rivali, complici

 

«C’è molta rivalità tra Luke e Charlotte», racconta Portman. «Hanno intrapreso percorsi di vita molto diversi, ma partendo dalla stessa educazione. E questo rende il loro rapporto vivo e doloroso allo stesso tempo». Guy Ritchie fa quello che sa fare Guy Ritchie, realizzando un film che strizza sì l’occhio all’action, con inquadrature movimentate, inseguimenti al cardiopalma e la cura negli outfit di ogni singolo personaggio, ma questa volta a sorprendere c’è la delicatezza con la quale affronta alcune tematiche. Un film meno ironico e più intimo, che mescola mistero e sentimenti, si scava per cercare la fonte della giovinezza mentre ci si inoltra nella psicologia dei protagonisti. «Il film è un grande viaggio, ma non solo verso un luogo. È un ritorno a sé stessi» dice il regista. «Lei deve imparare che anche se la meta può essere vuota, il viaggio può liberarla».

L’Egitto, la memoria, il mito

“Fountain of Youth – L’eterna giovinezza” è girato in location a dir poco spettacolari: Bangkok, Liverpool, Vienna, Londra e Roma. Ma è l’Egitto, con le sue piramidi e la sua bellezza millenaria, a lasciare il segno più profondo. «Girare tra le piramidi è stata un’esperienza incredibile, surreale» racconta Portman. «Probabilmente il luogo più straordinario in cui abbia mai lavorato». 

Una location che diventa parte centrale della narrazione, amplificando il senso di avventura, quasi infantile, che attraversa tutto il film, rendendolo speciale. «Spero che ispiri nei bambini la voglia di esplorare. Di scoprire il mondo. Perché, in fondo, questi personaggi sono cacciatori di tesori. Ma ognuno cerca qualcosa di diverso».

 

Un film per chi ha perso e per chi ricorda: alla base di tutto, i due personaggi devono affrontare un lutto mai elaborato, ovvero la morte del padre. È da lì che partono le scelte di ognuno, le colpe, le distanze e poi i silenzi. «Uno dei due fratelli è diventato più ribelle, l’altro si è irrigidito», spiega il produttore Myers. «Tutto il film ruota attorno a questa frattura: chi erano agli occhi del padre e chi sono oggi».

 

Ma “Fountain of Youth – L’eterna giovinezza” è un film pieno di ironia, avventuroso, a tratti comico, per nulla cupo. Ritchie lavora con un cast affiatato (Eiza González, Domhnall Gleeson, Stanley Tucci, Arian Moayed) che lo è stato anche fuori dal set: «C’era un’energia speciale, quasi familiare», ricorda Portman. «Guy è divertente, diretto ma discreto. Dirige quasi da lontano. Ti lascia spazio, e questo è raro».

Un’epica familiare che parla a tutte le età In un mondo cinematografico che vede la presenza sempre più frequente di franchise e reboot, “Fountain of Youth – L’eterna giovinezza” è un film che sorprende per la sua anima antica. Pensato per vedere le famiglie riunirsi sul divano la sera, ma che non si concentra solo sul target bambini. 

È un racconto universale sul crescere, il lasciare andare, il ritrovarsi condito da una buona dose di mistero e azione. «È quel tipo di film che oggi è raro vedere – dichiara l’attrice – un’epica familiare, piena di avventura, amore e azione. Ma anche di piccole verità. Quelle che scopri solo tornando indietro».