Intervista a Ricky Martin

Palm Royale affronta temi forti con l'arma dell0 humor

di Sonia Serafini

 

Quando si apre la finestra Zoom sul computer e vediamo comparire Ricky Martin, sorridente, atletico, con una maglia attillata verde scuro, nessun segno visibile del tempo che passa sul suo volto, si fatica davvero a credere che l’artista, che ha fatto ballare il mondo intero con la hit Living la Vida Loca 25 anni fa, abbia più di 50 anni e sia tuttora un sex symbol. Protagonista insieme ad un cast di stelle della nuova serie Apple TV+ Palm Royale, Ricky Martin ha un carisma coinvolgente e nessuna voglia di nasconderlo.

 

 

La trama: la serie è ambientata negli anni ‘60 nell’alta società di Palm Beach dove una donna (Kristen Wiig), cerca di farsi strada nell’aristocrazia locale a suon di gomitate, segreti, sotterfugi e altarini che saltano, portando avanti il marito (Josh Lucas), per una rivalsa sociale e personale degna di una dark comedy irresistibile. Martin interpreta un “pool boy” bartender anche lui pieno di segreti ma con un cuore d’oro. 

 

Destinazione Palm Beach 

Altolocata, ricca, sfarzosa, Palm Beach come non l’avete mai vista; o meglio, come non si vede da tempo su piccolo e grande schermo. Perché la ricchezza e lo sfarzo degli anni ’60 hanno caratterizzato alcune località iconiche d’America e Palm Beach è stata una di quelle, senza ombra di dubbio. Nella serie si evidenziano le ville stile coloniale, i sontuosi giardini curati nei minimi dettagli, le spiagge private, la differenza di classe sociale con la più povera downtown, gli hippie figli di papà, e poi i balli, veri e propri appuntamenti della socialite, dove non essere invitati equivaleva a non contare nulla e farne parte, invece, implicava una generosa donazione economica ogni volta per una causa diversa. E guai a ripetere lo stesso outfit. 

Lussuosa e irresistibile, la serie ci mostra una Palm Beach d’altri tempi, mecca della gente che contava, con ritmi e abitudini ormai dimenticati, chissà che non possa servire a far rivivere lo scintillio del lungomare o del rodeo ancora una volta, fungere da cineturismo, attirare il pubblico sui luoghi “del crimine” oltre che nei classici tour in pullman per le ville dei vips.

 

Ricky Martin: «Ero felice ogni giorno di andare sul set, incredulo al pensiero di poter lavorare con queste leggende. Ho imparato molto da ognuno di loro, mi sento molto fortunato».

Le leggende di cui parla l’artista latino sono:Kristen Wiig, Carol Burnett, Allison Janney, Leslie Bibb, Laura Dern, Josh Lucas e la figlia di Cindy Crawford, Kaia Gerber, tutte irresistibili in abiti fluo e grossi cappelli, dame altolocate o che pretendono di esserlo, che si sfidano a colpi di assegni da numerosi zeri e inviti a balli riservatissimi. 

 

Una serie che usa lo humor per affrontare tematiche importanti come l’omosessualità, il rigetto, il ruolo della donna in una società patriarcale e le classi sociali. Tutti argomenti ancora attuali. Purtroppo. 

 

L’artista, che mancava da molto dalle scene, che ha iniziato con una serie TV, la famosa General Hospital, si è detto molto felice di essere tornato e di come questo sia un periodo felice per lui: «Ora posso raccontare le storie che mi vengono proposte in maniera diversa, quella di Palm Royale poi è molto potente perché parla di ingiustizie sociali con una grandissima dose di humor».

Ma cosa ha pensato il cast quando ha letto questa sceneggiatura così brillante e insolita per la prima volta? A rispondere per primo è proprio Martin: «Ho pensato che fosse incredibile che riuscisse ad avere questi toni dark e al tempo stesso essere così divertente, una contraddizione irresistibile». Kristen Wiig si trova d’accordo con il collega, affermando: «Ci sono molte cose diverse nella serie, amo questo straordinario, numeroso gruppo di personaggi. E poi in qualche modo la serie riesce a toccare molte corde in maniera profonda: con la commedia, si racconta un periodo specifico come il ’69 e non potevamo non parlare della crisi politica, dei diritti delle donne, della guerra. C’era qualcosa di molto speciale nell’avere una storia così completa e complessa»

 

Martin, che ha sempre alternato la carriera musicale a quella attoriale, descrive la recitazione come una terapia, una forma di espressione che ti porta ad indagare te stesso e porti molte domande, ad entrare in contatto con le emozioni e a trovare il coraggio.

Per lui, che ha affrontato il coming out in maniera non facile (lo ha raccontato anche in una biografia), e che da un anno è tornato single dopo il divorzio dal marito, recitare in uno show che affronta il tema dell’omosessualità vista come un qualcosa di cui vergognarsi è stato molto importante: «C’è stato un momento nella mia vita in cui ho dovuto affrontare la mia identità. È stato difficile per un lungo periodo, perché essere me stesso non era un’opzione, avevo paura del rifiuto sia del pubblico che dei media», si lascia andare al racconto con un sorriso sulle labbra che significa molto. «Quando ho capito che il problema era tutto nella mia testa e che avevo solo bisogno di accettarlo è stato fantastico!». Le similitudini del suo percorso con il personaggio che interpreta sono molte.

 

Come dice l’attore, «Il mio vissuto mi ha portato anche a questo show, dove Robert vive quelle che un tempo sono state le mie difficoltá. Non importa il paese o il periodo storico in cui viviamo, è qualcosa che fa parte del nostro sitema, il rifiuto, la non accettazione, che vede uomini e donne in tutto il mondo affrontare le stesse situazioni ogni giorno». Il cinema come cura, come informazione, secondo Martin può aiutare: «Spero davvero che il nostro show possa portare un po’ di attenzione a riguardo».

 

Parlando poi di debolezze gli viene fatto notare come nella serie sia spesso senza maglietta, nonostante i cinquanta e passa anni di età, e riesca ancora a lasciare tutti senza fiato, e se c’è la paura di vedersi cambiare: «Facevo flessioni prima di ogni scena!», ride. «Arriva un momento in cui pensi che va bene come sei, insicurezze comprese. Non è facile, ma se vuoi ti diverti e ti dimentichi del resto».

 

Sperando che l’assenza dagli schermi sia finita e che Palm Royale possa essere solo il primo di molti progetti che lo vedranno protagonista, la serie è disponibile su Apple TV+.