Intervista a Roberto Bolle

"La danza è bellezza"

di Sonia Serafini

 

Tra gli artisti italiani più famosi al mondo, ha portato l’arte della danza anche fuori dai palcoscenici più importanti, nei teatri, all’interno dei monumenti, in tv in prima serata. Roberto Bolle racconta la sua vita, le pause dagli innumerevoli impegni, le lotte che continua a fare per far riconoscere l’importanza del balletto e della danza in Italia e cosa è il lusso per lui, ballerino, e non solo, riconosciuto in tutto il mondo.

 

Un aggettivo per descrivere Bolle? Serenità. Lo sentiamo mentre è impegnato nelle prove alla Royal Opera House di Londra, che per celebrare i 25 anni di collaborazione della star con il Royal Ballet, si è esibito nella rappresentazione della Manon Lescaut di Massenet in cui il ballerino italiano è impegnato nel ruolo del cavaliere Des Grieux. Si scusa addirittura, avvertendo che “se sentite dei rumori è perché in teatro succede sempre qualcosa”.

 

Colpisce come un uomo della sua caratura, che ha fatto tanto per divulgare la bellezza, l’importanza della formazione, con un calendario fittissimo di appuntamenti in giro per il mondo, sia anche una persona così alla mano, simpatica, solare e vogliosa di raccontarsi. La danza è stata sempre considerata un’arte elitaria, lei con il suo mestiere e la sua divulgazione, ha saputo renderla accessibile a tutti portandola in prima serata in tv.

Come ci è riuscito?

«Cercavo da anni di portarla al grande pubblico, mi sono impegnato nella diversificazione, abbiamo fatto il teatro, poi il mio spettacolo che ho portato nelle principali piazze d’Italia, soprattutto in luoghi che non erano abituati alla danza ma più a scenari pop. Mi sono avvalso di grandi collaborazioni, insomma soluzioni diverse e più ampie proprio per riuscire a allargare il bacino di utenza. Quando è arrivata l’opportunità di creare uno spettacolo di danza, diventando il protagonista di una serata di varietà televisivo, l’ho colta al volo. Ma lo considero il punto di arrivo di un percorso più ampio iniziato molto prima».

 

A questo proposito, anche dopo Sanremo sui social sono comparsi moltissimi video di bambini che ballavano davanti la tv mentre lei si esibiva in bolero. Pensa mai all’effetto che ha sulla vita delle persone?

«Capita spesso che le persone mi dicano quanto una mia performance possa essere stata importante per loro, per me è bellissimo essere riuscito a comunicare qualcosa di unico, di bello e profondo. Mi piace pensare che sia così anche per molti ragazzi giovani che vedono un mio spettacolo dal vivo o in tv, affinché questo possa fungere da seme che un giorno sboccerà in qualcosa di bello. Per i video dopo Sanremo devo dire che è stato divertente, alcuni di questi bambini poi erano piccolissimi e da tutto il mondo, per me è un complimento enorme perché comprendi l’impatto di cui parlavamo prima, come possa arrivare poi a tutti».

 

Lei spesso si fa portavoce di problematiche relative al giusto riconoscimento che la danza necessita nel nostro paese e di come ci sia bisogno di avere delle vere e proprie regolamentazioni. Cosa si può fare?

«Le condizioni che ci sono ora in Italia non favoriscono la danza, la penalizzano. Spesso nelle programmazioni dei teatri viene relegata all’ultimo posto, basti pensare a come negli ultimi anni i corpi di ballo in Italia si siano dimezzati, con relativa perdita di posti di lavoro oltretutto. Il problema è che spesso quando viene fatto il programma annuale l’opera e la stagione sinfonica occupano una posizione e il balletto un’altra. Questo avviene perché non si ha una cultura del ballo, chi ricopre la posizione di gestione dei teatri ama l’opera e i finanziamenti di conseguenza vanno lì. Non c’è un vero e proprio budget dedicato al balletto, è il teatro che decide come destinare il tutto e di certo il balletto arriva per ultimo. Bisognerebbe aiutare anche attraverso degli sgravi fiscali chi vuole investire nella nostra arte».

 

Avere un nome come il suo aiuta a farsi sentire?

«Certo, ma la questione riguarda migliaia di ballerini, di persone che amano la danza, e proprio per questo per me è importante farmi portavoce soprattutto per le giovani generazioni, così se le cose dovessero cambiare, i giovani talenti avranno uno spazio anche in Italia. La danza ha un valore enorme qui, è molto diffusa non solo a livello artistico, è un vero e proprio motore economico, ci sono molti più ragazzi che sognano di diventare ballerini e molte più scuole dedicate a questo che al diventare cantanti d’opera».

La danza poi serve anche a forgiare il carattere di un individuo, non solo il fisico.

«Assolutamente, dovrebbe essere valutata la funzione educativa, sociale e formativa perché è un’arte che riesce a unire tutti gli elementi positivi per la formazione dell’individuo e forgiare lo spirito, la mente e il carattere, tutti valori che ti porti dietro per la vita, anche se poi decidi di fare altro, l’ordine, l’educazione e il rispetto sono elementi che non vanno sottovalutati».

 

 

Cosa pensa che serva di più, la dedizione, la costanza o la passione per raggiungere i propri obiettivi?

«Serve tutto, la dedizione e la costanza sono ciò che fa fare il lavoro quotidiano, la passione però è dietro a tutto, è la base di qualsiasi cosa, nel momento di sconforto è quella che subentra dentro di te, è la fiamma che ti fa capire che stai facendo bene, è quella cosa che ti risuona dentro in maniera positiva e ti fa provare sensazioni uniche. La passione è necessaria».

 

 

Lei che utilizza il suo corpo come strumento di espressione e di conseguenza è portato a dare sempre il massimo, quando è che si rilassa?

«Sono consapevole del mio stile di vita rigoroso, da tutti i punti di vista, dal riposo all’alimentazione fino all’allenamento, ho una routine specifica paragonabile a quella di un’atleta che si prepara per le olimpiadi, solo che io la faccio molto più spesso. Detto questo però ho i miei momenti di pausa dove sgarro, che il lavoro e l’impegno compensano».

 

Ma qual è il suo tallone di Achille culinario? Il suo comfort food?

«Il cioccolato fondente! In tutte le sue declinazioni, infatti il gelato nel mio freezer non manca mai, me lo concedo spesso, anche le gallette di riso con cioccolato fondente sono una delle mie passioni».

 

Pensavo molto peggio!

«No no, mi basta quello!»

 

Lei che da sempre viene definito un sex symbol, che rapporto ha con il suo corpo? Le insicurezze esistono a prescindere dalla considerazione di perfezione altrui. Giusto?

«Ci si guarda allo specchio e non ci piace quello che vediamo a prescindere da chi si è, e non è un tabù, è normalissimo. Esistono delle giornate sì e altre no. Poi, noi ballerini abbiamo un confronto quotidiano, costante e impegnativo con la nostra immagine. Il fatto di essere giudicato dal punto di vista estetico è anche giusto perché fa parte della mia professione, la danza ha un impatto estetico forte, non lavoriamo solo per quello, ma ne èparte integrante. È un’arte di bellezza e ricerca anche di una linea perfetta, del portamento perfetto, dell’estetica del corpo lavorata in maniera armonica, si basa su tutti questi elementi ed è giusto che si noti».

Lei in cosa trova la bellezza?

«Nella natura, nei momenti in cui riesco a immergermi nel verde, nelle pause più lunghe dal lavoro, d’estate, nei tramonti, nei miei viaggi. La bellezza della natura è qualcosa che ti fa sentire appagato, è profonda, entra dentro di te in maniera vera e potente. È pura emozione».

 

Ha davanti una stagione ricca di impegni. Il 29 aprile c’è stata la Giornata Mondiale della Danza in onda in prima serata su RAI1 “VIVA LA DANZA”, una serata evento speciale ideata e realizzata da lei, in estate partirà il suo tour, a settembre tornerà ONDANCE e innumerevoli altri impegni che si possono trovare sul suo sito. Come riesce a fare tutto?

«Le assicuro che non sono neanche tutti, di sicuro alcune cose si definiranno più avanti. È un calendario molto fitto, è vero, ma io non posso che sentirmi grato, non è scontato riuscire a fare tutto in maniera così felice».

 

Durante tutta l’intervista io ho sentito una profonda serenità in lei. Non ha mai paura di perdere qualcosa per strada?

«No, non ne ho, voglio adempiere ai miei impegni al meglio delle mie possibilità come ho sempre fatto, ma non ho paura di non essere presente o mancare a qualche evento, nel mio mestiere avvengono talmente tante cose che se avessi paura vivrei nel terrore e non riuscirei a fare nulla».

 

Non c’è spazio per l’ansia.

«Zero, sono sereno, forse anche perché la vita mi ha sorpreso talmente tante volte che sono soddisfatto di tutto ciò che ho fatto e che sto facendo».

 

Quest’anno ha compiuto 49 anni, come vive il tempo che passa?

«È l’ultimo compleanno dei 40. Sinceramente se penso a cosa sto facendo a 49 anni non posso che essere soddisfatto e contento, non mi sarei mai immaginato a questa età di fare tutto quello che faccio a questi livelli, obiettivamente è tutto talmente tanto che sarebbe ingiusto se non provassi gratitudine. Lo affronto cosi il tempo che passa, con gratitudine».

 

Qual è il lusso per lei?

«Il tempo a disposizione. Mi è stato regalato molto più tempo per fare molte più cose di quello che avrei mai immaginato. È un vero lusso».